La poesia viene alla luce tentandola non prospettandola

Sto cercando di leggere un libro per riuscire a capire come se ne scrive uno ma non penso proprio di riuscire a farlo ma devo comunque provarci. Mi trovo così a meditare su come passare le giornate sempre uguali e ripetute all’infinito senza riuscirci ma quest’idea mi è venuta per provare qualcosa di diverso prima che la ripetizione del nulla cosmico mi condanni per sempre a un rimando perpetuo verso il niente.

Periodo di tanti cambiamenti, ai quali devo mio malgrado, fare fronte per liberarmi di chi si diverte impedendo di lasciarmi alle spalle qualcosa di grande e insostenibile come l’invalidità così incomprensibile per me ma allo stesso tempo comprensibilissima se la vedi da fuori.

Non ho che questa alternativa da provare e mi sembra corretta da affrontare ora che qualcuno che mi aiuti ad affrontarla lo ho ma che presto o tardi mi dovrò arrangiare da solo di fronte a una vita che non ti aspetta e non ti aiuta a fare da te le cose che ti servono. Ma io all’evenienza di avere qualcuno che mi ride alle spalle posso farne a meno già da adesso e penso che è proprio quello che devo provare a fare. Quindi allontano chi ride e si diverte e provo a camminare da solo succeda quel che succede.

Certo mi spaventa la cosa. Diamine se me la sto facendo sotto ma guardandomi intorno l’unica domanda che mi viene è: ho alternative? E la risposta che trovo mi lascia con uno sconforto senza via di uscita al quale posso solo cercare di far buon viso a cattivo gioco – per cosa non lo ho capito – ma non trovando appigli mi fa precipitare senza alternative! E’ questo cadere senza fermarsi mai che mi fa paura.

E’ un periodo del cazzo.. non vedo l0’ora che finisca.. ^__^

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